venerdì 7 marzo 2014

PRENDI NOTA, LUDWIG!

Ma perché in Italia, e solo in Italia, diamo spazio a finti pianisti, finti artisti, finti modesti ai quali si affida addirittura la direzione dell'inno nazionale che chiude le trasmissioni di Radio Rai e che per giustificare le molte critiche che ricevono non trovano di meglio da dire che la loro musica è migliore di quella di Beethoven in quanto al poveretto mancava il senso del ritmo? Mistero... Autorevole portavoce del profondo disagio che esiste nei confronti di queste realtà musicali è il violinista Uto Ughi, un artista che tutto il mondo ci invidia e che di Allevi dice testualmente: “Che spettacolo desolante! Vedere le massime autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista… Pianista? Ma lui si crede anche compositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosa che più mi dà fastidio è l’investimento mediatico che è stato fatto su un interprete mai originale e privo del tutto di umiltà. Il suo successo è il termometro perfetto della situazione del nostro paese: prevalgono sempre le apparenze… Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta originalità dell’interprete. Se cita dei grandi pianisti del passato, lo fa per rimarcare che a differenza di loro lui è “anche” un compositore. Così offende le interpretazioni davvero grandi: lui è un nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina. Questo deve essere chiaro… Il suo successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del nulla, come ha scritto Claudio Magris… In altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio… Non ha alcun grado di parentela con la musica che chiamiamo classica, né con la vecchia né con la nuova. Questo è un equivoco intollerabile. E perfino nel suo campo, ci sono pianisti, cantanti, strumentisti, compositori assai più rilevanti di lui… Si tratta di un’esaltazione collettiva e parossistica dietro alla quale agisce evidentemente un forte investimento di marketing… Lui si ritiene un profeta della nuova musica… Ma forse non è neppure il vero responsabile di quello che dice”.

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